1. La premessa.
Premetto che non sono mai stato, nella mia passione per l’hi-fi, particolarmente interessato alle amplificazioni valvolari. Le avevo sempre considerate un retaggio del passato, una sorta di universo giurassico creato da vecchi appassionati, incapaci di arrendersi all’evidenza del progresso, rappresentato da FET, transistor e amenità varie.
Non sono mai nemmeno stato un appassionato di elettronica, se non in maniera abbastanza superficiale, ricercando nelle apparecchiature solidità costruttiva e buon suono, piuttosto che le raffinatezze circuitali ad ogni costo.
Capita così, assolutamente per caso, che un giorno dello scorso anno (2003) mi trovi a leggere le pagine web del sito www.audiocostruzioni.com, un sito allora assai giovane che riporta svariate pagine di autocostruzione, facendo, come si suol dire, cadere l’occhio sulle realizzazioni di Giuseppe Marotta, intraprendente appassionato sardo, con una evidente passione per le valvole ed i circuiti OTL (Output Transformer Less).
L’entusiasmo che le poche righe trasmettono al lettore fanno si che decida di contattarlo, aiutato in questo dall’interesse suscitato dall’ascolto dell’impianto di un amico bresciano, realizzato con pre ARC valvolare, finali mono Unison Research valvolari (con le 845) e diffusori ad alta efficienza autocostruiti.
L’interesse del sottoscritto si indirizza (Dio solo sa il perché) su due finali mono basati su circuitazione Ciclotron e con valvole di potenza 6C33C-B, valvoloni militari russi dalle dimensioni esagerate. Ma forse le dimensioni rientrano, inconsciamente, nel processo decisionale.
Vengono presi i necessari accordi fra le parti ed il progetto prende avvio, con il requisito di base legato alla realizzazione di un amplificatore (due, anzi…) capace di pilotare al meglio due diffusori B&W Nautilus con 90 dB di sensibilità.
Di seguito sono riportati alcuni scatti relativi al progetto iniziale, con la descrizione del progettista.
OTL 6C33C
Sono sempre stato attratto dalle letture su gli amplificatori valvolari otl , che descrivono amplificatori con distorsioni bassissime, con una risposta in frequenza ampissima e bassi con uno smorzamento straordinario. Gli ampli otl sono notevolmente diversi da tutti gli altri valvolari , iniziando dal loro tipico schema utilizzato dalla maggior parte dei finali a transistor e dalle caratteristiche tecniche di altissimo livello dovute proprio alla mancanza del trasformatore d'uscita. Naturalmente in pieno spirito di autocostruttore sono passato dalle letture ai fatti e come primo prototipo ho costruito un finale otl stereo utilizzando quattro 6AS7 per canale , lo schema utilizzato è stato pubblicato su Glass Audio del 02/90 ad opera di Bruce Rozenblit.
Il risultato finale è stato notevole al di sopra di quello che mi aspettavo ! tanto che quando lo feci ascoltare al suo attuale proprietario il mio amico Antonio che lo volle aIl'istante ,il prototipo è funzionante da circa quattro anni e pilota una coppia di BW 801 prima serie in sospensione pneumatica da 85 db di efficienza e notoriamente molto difficili da pilotare , il suono è di altissimo livello .
Incoraggiato dagli ottimi risultati conseguiti mi sono spinto a studiarmi un mio schema e a costruire due finali otl monofonici utilizzando in uscita la configurazione Ciclotron brevettata da Electrovoice e ripresa da Atmasphere e Graaf.
Ho utilizzato in ingresso una 12AX7 come preamplificatrice-sfasatrice seguita da una 5687 come amplificatrice di tensione e da una 6S4A che pilota in configurazione di inseguitrice catodica le finali 6C33C , i primi tre stadi sono accoppiati in continua e l'unico condensatore di accoppiamento è tra la 6S4A e la 6C33C.
La configurazione è otl pura , senza condensatori tra le valvole finali e i diffusori , e come protezione usa un fusibile rapido che si interrompe nel disgraziato caso che una delle finali si interdice.
Il suono colpisce all'istante per banda passante estesissima, con notevoli benefici in gamma medio-alta e i bassi con uno smorzamento da ampli a transistor . Tra le grandi doti del suono è la spazialità e la profondità con un dettaglio incredibile , ascoltando la lirica la voce del soprano è emozionante , senza nessuna inflessione anche in momenti di altissima escursione dinamica.
Dopo che ho ascoltato le varie configurazioni degli ampli valvolari sono i miei preferiti e sono in funzione da due anni senza nessun guasto o sostituzione di valvole.
2. La realizzazione del progetto.
Il progetto prende pertanto origine da tale progetto preliminare, ma vedrà dei piccoli aggiustamenti durante la gestazione (abbastanza lunga, per problemi diversi).
Una valvola 12BH7A sostituisce l’originaria 6S4A (passando da singolo a doppio triodo) e una 5751 (selezionata) sostituisce la 12AX7A. Per il resto lo schema si mantiene inalterato.
La discussione “estetica” del progetto è ampia e comporta tutta una serie di scelte che poi verranno abbandonate per questioni di semplicità e pulizia circuitale.
Riporto alcune foto relative alla costruzione dei finali.
3. E la luce fu…
Finalmente, dopo tante discussioni in merito all’aspetto finale del prodotto e tanta attesa da parte del sottoscritto, i finali vengono completati nel mese di maggio 2004, dopo un lungo test di avviamento da parte di Giuseppe per valutarne appieno la funzionalità e la rispondenza ai parametri di progetto.
I finali arrivano a casa mia in giugno, pronti per essere testati sul mio impianto. In realtà, a fronte di un danno causato dal trasporto a carico delle nostre Poste (sic!), la prima settimana verrà spesa come week-test sull’impianto di mio figlio, per verificare che il danno riscontrato sia il solo e non ve ne siano altri… Fidarsi è bene, ma…
Di seguito sono riportate alcune foto dei finali, al fine di evidenziarne anche la circuitazione interna.
4. L’ascolto ed il giudizio.
La mia totale inesperienza in campo valvolare mi aveva portato a credere che un amplificatore a valvole, avesse bisogno di un rodaggio tutto sommato modesto per esprimere le proprie credenziali e le proprie caratteristiche soniche, così come l’esperienza nel campo dei transistor mi aveva portato a credere.
Ci sono voluti invece tre mesi perché l’amplificatore potesse ritenersi stabile nelle prestazioni, senza più modifiche significative della timbrica generale e di dettaglio… Si impara sempre qualcosa di nuovo.
Va detto che, nel frattempo, mi ero anche dotato di preamplificatore valvolare (Conrad Johnson). Ma la sua provenienza dal mercato dell’usato aveva evidentemente reso inutile il rodaggio, sviandomi da tali fondamentali aspetti dell’amplificazione e tubi.
L’impatto con i due apparecchi è stato pertanto assolutamente intenso, profondo, ed estremamente lungo, per poter arrivare a dare una valutazione seria e definitiva sugli apparecchi.
I finali richiedono un preriscaldo “importante” di circa mezz’ora, per potersi esprimere al meglio. Ascolti anticipati possono solo far sorgere preoccupazioni e dolori di stomaco…
La caratteristica che colpisce immediatamente è il grande senso di respiro che i due oggetti restituiscono; una scena aperta, ariosa, con una spazialità notevole. Eccellente la riproduzione della profondità del palco e la dislocazione dei vari strumentisti ed esecutori, ovviamente là dove le registrazioni lo consentono…
Questa caratteristica è quella che mi ha sconcertato di più, fornendomi sensazioni di tridimensionalità della scena alle quali non ero avvezzo…
La gamma media, come ci si aspetta, credo, da ogni amplificatore a valvole, è splendida, dotata di un impressionante senso di realtà e di sogno allo stesso tempo. Le voci, sia maschili che femminili, sono riprodotte magnificamente, con un dettaglio fine impeccabile. Penso alle voci di Freddie Cole e di Diane Schuur, piuttosto che di Allison Kraus o di Dee Dee Bridgwater, assolutamente reali.
La gamma acuta risulta leggermente arretrata rispetto a quella media, ma con ottima estensione e dettaglio. Tale caratteristica aiuta certamente a bilanciare l’emissione in gamma medio-alta delle Nautilus, donando nel contempo un senso di profondità estremamente convincente. L’estensione in alto è assolutamente corretta, ma il modo di porgerla all’ascoltatore è assolutamente gentile e mai fastidiosa.
La gamma bassa è l’elemento, a mio avviso, più convincente. Dopo 30 anni di stato solido ed una serie di convinzioni legate alla gommosità ed alla scarsa correttezza della gamma bassa degli amplificatori a valvole, sono rimasto assolutamente basito dalla qualità dell’estremo inferiore di questi amplificatori. Estensione ottima, controllo molto buono e quella “giusta” rotondità nella riproduzione degli strumenti acustici, che fa sì che anche uno strumentista riconosca il suono del proprio strumento come se lo stesse suonando. Non credo di poter dire che la gamma bassa sia estremamente veloce, ma posso dire che non sono mai stato convinto che la gamma bassa, con particolare riferimento agli strumenti acustici, sia veloce. L’importante è che sia ben controllata, priva di code innaturali e che sia “reale”. Direi che in questo caso gli obiettivi sono pienamente raggiunti.
Passando ad una analisi del comportamento musicale con i diversi generi, posso dire che il jazz tradizionale ed elettroacustico, con predilezione per i piccoli gruppi, è la morte di questi amplificatori. Penso al realismo impressionante delle incisioni Riverside di Bill Evans, con il contrabbasso di Scott La Faro che sembra lì, davanti a me… Così come la tromba di Sua Maestà Miles Davis in “Kind OF Blue” o alla struggente tristezza di quella di Chet Baker in “Chet”. Il realismo è, ancora una volta, splendido, con una ricostruzione del palco quasi perfetta. Anche incisioni meno performanti, come le ultime di Diana Krall (“The Girl In The Other Room” o “Live in Paris”) risultano comunque riprodotte con grande coerenza e con grande realismo, donando alla voce della Krall qualcosa in più…
Con la musica seria, quella classica per intenderci, la resa è parimenti di ottimo livello, ancora una volta, soprattutto, per la capacità di ricreare una scena virtuale assolutamente credibile. L’ascolto di uno dei miei dischi di riferimento (Rodrigo – Concierto De Aranjuez – Carlos Bonnell – Decca) comporta un coinvolgimento emotivo notevole. Le dita di Bonnell si muovono sulle corde con una grazia nuova, restituendo l’anima del musicista e della sua chitarra. Eccellente anche la resa dei dischi di riferimento di Audio Review (bravo Cicogna!). Eccellente la resa del "Bolero" di Ravel di provenienza Reference Recordings, con un crescendo assolutamente perfetto. Con questi brani, alzando il volume a livelli di rischio per la salute delle orecchie, compare qualche cenno di degrado della resa sonora, che si manifesta con un aumento di grana, una perdita di dettaglio fine ed un lieve indurimento della gamma acuta. Probabilmente i limiti di potenza uniti alla sensibilità dei diffusori giocano il loro ruolo in tutto ciò. Ottima la resa del pianoforte, che gode di un respiro e di una spazialità assolutamente degni di nota. Eccellente anche la resa degli strumenti antichi, dall’ottimo CD allegato ad un recente Audiophile Sound. Come detto, sono i grandi pieni orchestrali il punto debole degli apparecchi, ma solo se riprodotti a livelli insani d’ascolto. Limitandoci a livelli consoni ad una casa, problemi non ce ne sono…
La resa con la musica pop-rock è, come facile immaginare, abbastanza variabile, in funzione del genere riprodotto. Certamente gli amanti dell’hard rock e dell’heavy metal preferiranno senz’altro muscolosi finali a stato solido, capaci di fornire il famigerato “pugno nello stomaco”, ma con altri generi più “educati” la resa è comunque di alto livello. Penso all’immancabile TDSOTM o alla meravigliosa voce di Peter Gabriel in “Selling England By The Pound” o in “So”, ma anche alla West Coast di CSN&Y o al jazz-rock di Joni Mitchell. Eccellente anche la resa con la musica d’autore nostrana; penso all’eccelso “Anime Salve” di De André o al bellissimo “Canzoni a manovella” di Capossela, dove i due finali sono in grado di ricreare uno spazio sonoro assolutamente reale e di grande musicalità.
Alla fine di tutta questa chiacchierata, che dire? Innanzitutto una constatazione: i miei amati AM Audio sono spenti dal mese di agosto, con un po’ di dispiacere ma senza rimpianti o mancanze di tipo “musicale”.
I due finali OTL sono migliorati grandemente nel tempo, dimostrando ad oggi una qualità musicale di tutto rispetto: grande capacità di ricostruire lo stage virtuale, eccellente estensione in frequenza, controllo, realismo e capacità di coinvolgimento dell’ascoltatore… Che dire? Sono convinto che si trattino di uno dei più azzeccati acquisti della mia carriera di audiofilo.
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