Vivere per vendicarsi o vendicarsi per vivere? (Edmond Dantes)

Vivere per vendicarsi o vendicarsi per vivere? (Edmond Dantes)

L'Isola di Edmond Dantes

sabato 30 gennaio 2010

FOTOGRAFIA ALL'INFRAROSSO

Come cambia la fotografia all'infrarosso nell'epoca delle fotocamere digitali?
Ecco un sito interessante per la modifica dei sensori delle reflex per dedicare una fotocamera alla fotografia infrarossa, colore o bianco&nero:

Life Pixel

Un esempio di cosa si può ottenere con una fotocamera Nikon D100 con sensore infrarosso Deep B&W:


IN RICORDO DI GIUSEPPE "BEBO" MAROTTA

1. La premessa.

Premetto che non sono mai stato, nella mia passione per l’hi-fi, particolarmente interessato alle amplificazioni valvolari. Le avevo sempre considerate un retaggio del passato, una sorta di universo giurassico creato da vecchi appassionati, incapaci di arrendersi all’evidenza del progresso, rappresentato da FET, transistor e amenità varie.

Non sono mai nemmeno stato un appassionato di elettronica, se non in maniera abbastanza superficiale, ricercando nelle apparecchiature solidità costruttiva e buon suono, piuttosto che le raffinatezze circuitali ad ogni costo.

Capita così, assolutamente per caso, che un giorno dello scorso anno (2003) mi trovi a leggere le pagine web del sito www.audiocostruzioni.com, un sito allora assai giovane che riporta svariate pagine di autocostruzione, facendo, come si suol dire, cadere l’occhio sulle realizzazioni di Giuseppe Marotta, intraprendente appassionato sardo, con una evidente passione per le valvole ed i circuiti OTL (Output Transformer Less).

L’entusiasmo che le poche righe trasmettono al lettore fanno si che decida di contattarlo, aiutato in questo dall’interesse suscitato dall’ascolto dell’impianto di un amico bresciano, realizzato con pre ARC valvolare, finali mono Unison Research valvolari (con le 845) e diffusori ad alta efficienza autocostruiti.

L’interesse del sottoscritto si indirizza (Dio solo sa il perché) su due finali mono basati su circuitazione Ciclotron e con valvole di potenza 6C33C-B, valvoloni militari russi dalle dimensioni esagerate. Ma forse le dimensioni rientrano, inconsciamente, nel processo decisionale.

Vengono presi i necessari accordi fra le parti ed il progetto prende avvio, con il requisito di base legato alla realizzazione di un amplificatore (due, anzi…) capace di pilotare al meglio due diffusori B&W Nautilus con 90 dB di sensibilità.

Di seguito sono riportati alcuni scatti relativi al progetto iniziale, con la descrizione del progettista.

OTL 6C33C

Sono sempre stato attratto dalle letture su gli amplificatori valvolari otl , che descrivono amplificatori con distorsioni bassissime, con una risposta in frequenza ampissima e bassi con uno smorzamento straordinario. Gli ampli otl sono notevolmente diversi da tutti gli altri valvolari , iniziando dal loro tipico schema utilizzato dalla maggior parte dei finali a transistor e dalle caratteristiche tecniche di altissimo livello dovute proprio alla mancanza del trasformatore d'uscita. Naturalmente in pieno spirito di autocostruttore sono passato dalle letture ai fatti e come primo prototipo ho costruito un finale otl stereo utilizzando quattro 6AS7 per canale , lo schema utilizzato è stato pubblicato su Glass Audio del 02/90 ad opera di Bruce Rozenblit.

Il risultato finale è stato notevole al di sopra di quello che mi aspettavo ! tanto che quando lo feci ascoltare al suo attuale proprietario il mio amico Antonio che lo volle aIl'istante ,il prototipo è funzionante da circa quattro anni e pilota una coppia di BW 801 prima serie in sospensione pneumatica da 85 db di efficienza e notoriamente molto difficili da pilotare , il suono è di altissimo livello .

Incoraggiato dagli ottimi risultati conseguiti mi sono spinto a studiarmi un mio schema e a costruire due finali otl monofonici utilizzando in uscita la configurazione Ciclotron brevettata da Electrovoice e ripresa da Atmasphere e Graaf.

Ho utilizzato in ingresso una 12AX7 come preamplificatrice-sfasatrice seguita da una 5687 come amplificatrice di tensione e da una 6S4A che pilota in configurazione di inseguitrice catodica le finali 6C33C , i primi tre stadi sono accoppiati in continua e l'unico condensatore di accoppiamento è tra la 6S4A e la 6C33C.

La configurazione è otl pura , senza condensatori tra le valvole finali e i diffusori , e come protezione usa un fusibile rapido che si interrompe nel disgraziato caso che una delle finali si interdice.

Il suono colpisce all'istante per banda passante estesissima, con notevoli benefici in gamma medio-alta e i bassi con uno smorzamento da ampli a transistor . Tra le grandi doti del suono è la spazialità e la profondità con un dettaglio incredibile , ascoltando la lirica la voce del soprano è emozionante , senza nessuna inflessione anche in momenti di altissima escursione dinamica.

Dopo che ho ascoltato le varie configurazioni degli ampli valvolari sono i miei preferiti e sono in funzione da due anni senza nessun guasto o sostituzione di valvole.

2. La realizzazione del progetto.

Il progetto prende pertanto origine da tale progetto preliminare, ma vedrà dei piccoli aggiustamenti durante la gestazione (abbastanza lunga, per problemi diversi).

Una valvola 12BH7A sostituisce l’originaria 6S4A (passando da singolo a doppio triodo) e una 5751 (selezionata) sostituisce la 12AX7A. Per il resto lo schema si mantiene inalterato.

La discussione “estetica” del progetto è ampia e comporta tutta una serie di scelte che poi verranno abbandonate per questioni di semplicità e pulizia circuitale.

Riporto alcune foto relative alla costruzione dei finali.

3. E la luce fu…

Finalmente, dopo tante discussioni in merito all’aspetto finale del prodotto e tanta attesa da parte del sottoscritto, i finali vengono completati nel mese di maggio 2004, dopo un lungo test di avviamento da parte di Giuseppe per valutarne appieno la funzionalità e la rispondenza ai parametri di progetto.

I finali arrivano a casa mia in giugno, pronti per essere testati sul mio impianto. In realtà, a fronte di un danno causato dal trasporto a carico delle nostre Poste (sic!), la prima settimana verrà spesa come week-test sull’impianto di mio figlio, per verificare che il danno riscontrato sia il solo e non ve ne siano altri… Fidarsi è bene, ma…

Di seguito sono riportate alcune foto dei finali, al fine di evidenziarne anche la circuitazione interna.

4. L’ascolto ed il giudizio.

La mia totale inesperienza in campo valvolare mi aveva portato a credere che un amplificatore a valvole, avesse bisogno di un rodaggio tutto sommato modesto per esprimere le proprie credenziali e le proprie caratteristiche soniche, così come l’esperienza nel campo dei transistor mi aveva portato a credere.

Ci sono voluti invece tre mesi perché l’amplificatore potesse ritenersi stabile nelle prestazioni, senza più modifiche significative della timbrica generale e di dettaglio… Si impara sempre qualcosa di nuovo.

Va detto che, nel frattempo, mi ero anche dotato di preamplificatore valvolare (Conrad Johnson). Ma la sua provenienza dal mercato dell’usato aveva evidentemente reso inutile il rodaggio, sviandomi da tali fondamentali aspetti dell’amplificazione e tubi.

L’impatto con i due apparecchi è stato pertanto assolutamente intenso, profondo, ed estremamente lungo, per poter arrivare a dare una valutazione seria e definitiva sugli apparecchi.

I finali richiedono un preriscaldo “importante” di circa mezz’ora, per potersi esprimere al meglio. Ascolti anticipati possono solo far sorgere preoccupazioni e dolori di stomaco…

La caratteristica che colpisce immediatamente è il grande senso di respiro che i due oggetti restituiscono; una scena aperta, ariosa, con una spazialità notevole. Eccellente la riproduzione della profondità del palco e la dislocazione dei vari strumentisti ed esecutori, ovviamente là dove le registrazioni lo consentono…

Questa caratteristica è quella che mi ha sconcertato di più, fornendomi sensazioni di tridimensionalità della scena alle quali non ero avvezzo…

La gamma media, come ci si aspetta, credo, da ogni amplificatore a valvole, è splendida, dotata di un impressionante senso di realtà e di sogno allo stesso tempo. Le voci, sia maschili che femminili, sono riprodotte magnificamente, con un dettaglio fine impeccabile. Penso alle voci di Freddie Cole e di Diane Schuur, piuttosto che di Allison Kraus o di Dee Dee Bridgwater, assolutamente reali.

La gamma acuta risulta leggermente arretrata rispetto a quella media, ma con ottima estensione e dettaglio. Tale caratteristica aiuta certamente a bilanciare l’emissione in gamma medio-alta delle Nautilus, donando nel contempo un senso di profondità estremamente convincente. L’estensione in alto è assolutamente corretta, ma il modo di porgerla all’ascoltatore è assolutamente gentile e mai fastidiosa.

La gamma bassa è l’elemento, a mio avviso, più convincente. Dopo 30 anni di stato solido ed una serie di convinzioni legate alla gommosità ed alla scarsa correttezza della gamma bassa degli amplificatori a valvole, sono rimasto assolutamente basito dalla qualità dell’estremo inferiore di questi amplificatori. Estensione ottima, controllo molto buono e quella “giusta” rotondità nella riproduzione degli strumenti acustici, che fa sì che anche uno strumentista riconosca il suono del proprio strumento come se lo stesse suonando. Non credo di poter dire che la gamma bassa sia estremamente veloce, ma posso dire che non sono mai stato convinto che la gamma bassa, con particolare riferimento agli strumenti acustici, sia veloce. L’importante è che sia ben controllata, priva di code innaturali e che sia “reale”. Direi che in questo caso gli obiettivi sono pienamente raggiunti.

Passando ad una analisi del comportamento musicale con i diversi generi, posso dire che il jazz tradizionale ed elettroacustico, con predilezione per i piccoli gruppi, è la morte di questi amplificatori. Penso al realismo impressionante delle incisioni Riverside di Bill Evans, con il contrabbasso di Scott La Faro che sembra lì, davanti a me… Così come la tromba di Sua Maestà Miles Davis in “Kind OF Blue” o alla struggente tristezza di quella di Chet Baker in “Chet”. Il realismo è, ancora una volta, splendido, con una ricostruzione del palco quasi perfetta. Anche incisioni meno performanti, come le ultime di Diana Krall (“The Girl In The Other Room” o “Live in Paris”) risultano comunque riprodotte con grande coerenza e con grande realismo, donando alla voce della Krall qualcosa in più…

Con la musica seria, quella classica per intenderci, la resa è parimenti di ottimo livello, ancora una volta, soprattutto, per la capacità di ricreare una scena virtuale assolutamente credibile. L’ascolto di uno dei miei dischi di riferimento (Rodrigo – Concierto De Aranjuez – Carlos Bonnell – Decca) comporta un coinvolgimento emotivo notevole. Le dita di Bonnell si muovono sulle corde con una grazia nuova, restituendo l’anima del musicista e della sua chitarra. Eccellente anche la resa dei dischi di riferimento di Audio Review (bravo Cicogna!). Eccellente la resa del "Bolero" di Ravel di provenienza Reference Recordings, con un crescendo assolutamente perfetto. Con questi brani, alzando il volume a livelli di rischio per la salute delle orecchie, compare qualche cenno di degrado della resa sonora, che si manifesta con un aumento di grana, una perdita di dettaglio fine ed un lieve indurimento della gamma acuta. Probabilmente i limiti di potenza uniti alla sensibilità dei diffusori giocano il loro ruolo in tutto ciò. Ottima la resa del pianoforte, che gode di un respiro e di una spazialità assolutamente degni di nota. Eccellente anche la resa degli strumenti antichi, dall’ottimo CD allegato ad un recente Audiophile Sound. Come detto, sono i grandi pieni orchestrali il punto debole degli apparecchi, ma solo se riprodotti a livelli insani d’ascolto. Limitandoci a livelli consoni ad una casa, problemi non ce ne sono…

La resa con la musica pop-rock è, come facile immaginare, abbastanza variabile, in funzione del genere riprodotto. Certamente gli amanti dell’hard rock e dell’heavy metal preferiranno senz’altro muscolosi finali a stato solido, capaci di fornire il famigerato “pugno nello stomaco”, ma con altri generi più “educati” la resa è comunque di alto livello. Penso all’immancabile TDSOTM o alla meravigliosa voce di Peter Gabriel in “Selling England By The Pound” o in “So”, ma anche alla West Coast di CSN&Y o al jazz-rock di Joni Mitchell. Eccellente anche la resa con la musica d’autore nostrana; penso all’eccelso “Anime Salve” di De André o al bellissimo “Canzoni a manovella” di Capossela, dove i due finali sono in grado di ricreare uno spazio sonoro assolutamente reale e di grande musicalità.

Alla fine di tutta questa chiacchierata, che dire? Innanzitutto una constatazione: i miei amati AM Audio sono spenti dal mese di agosto, con un po’ di dispiacere ma senza rimpianti o mancanze di tipo “musicale”.

I due finali OTL sono migliorati grandemente nel tempo, dimostrando ad oggi una qualità musicale di tutto rispetto: grande capacità di ricostruire lo stage virtuale, eccellente estensione in frequenza, controllo, realismo e capacità di coinvolgimento dell’ascoltatore… Che dire? Sono convinto che si trattino di uno dei più azzeccati acquisti della mia carriera di audiofilo.

SIMONE LUCCHETTI - L'UOMO DEI THORENS


IL THORENS 124

(DI SIMONE LUCCHETTI - ROMA)

Che dirvi di lui che non sappiate già? E' il mio giradischi preferito, amo le sue forme, la sua complessità; nulla nella sua costruzione, a mio avviso, è stato lasciato al caso.

Il suo sistema di funzionamento misto cinghia-puleggia è estremamente affidabile.

All'atto dell'accensione il motore incomincia a ruotare, trasmettendo la rotazione del proprio albero, tramite una cinghia, ad un satellite calettato. Contemporaneamente la puleggia in gomma, che a giradischi spento si trova in posizione di riposo, va a poggiarsi sul satellite in movimento e sul bordo interno del piatto, permettendone la rotazione.

Questo è a grandi linee il funzionamento del giradischi.

Si tratta di un oggetto in cui la precisione meccanica svolge un ruolo fondamentale e, se si esegue una buona manutenzione, è un giradischi virtualmente indistruttibile.

Il primo e più importante parametro da tenere sotto controllo è la temperatura del motore.

Mi spiego meglio. Al variare della temperatura il motore tende a variare la propria velocità fino a che, raggiunta la sua temperatura di esercizio, si stabilizza. Se il motore non è stato mai revisionato, l'attrito interno fa sì che esso raggiunga rapidamente la sua temperatura di esercizio, ma è anche vero che poi tenderà ad oltrepassarla. In parole povere, far lavorare il motore senza una adeguata revisione provoca un surriscaldamento del motore ed una lenta "cottura" degli avvolgimenti, che alla lunga causa la rottura del motore. Un esperimento che potete fare è accendere il vostro td124 e toccare il motore dopo un paio di ore, se al contatto il calore è elevato,vuol dire che il motore presenta una situazione di attrito anomalo.

A volte anche dopo una accurata revisione non si riesce a risolvere il problema, a causa del parzialmente danneggiamento del motore.

La revisione è pertanto una operazione che al motore di durare più a lungo nel tempo in condizioni ottimali.

Ritengo sia inutile andare ad investire anche parecchi soldi per una macchina del genere, curandosi solo di verificare di aver usato l’olio giusto per il perno, di aver sostituito la puleggia o che la velocità di rotazione sia perfetta se poi non si revisiona il cuore del giradischi (il motore).

LA REVISIONE

Le operazioni manutentive riportate nel seguito presuppongono una certa manualità ed una certa dimestichezza nelle operazioni di smontaggio e rimontaggio di parti meccaniche. Si raccomanda tuttavia la massima attenzione nella effettuazione delle operazioni che verranno nel seguito descritte, per non incorrere in errori che potrebbero essere anche irreparabili.

Non ci si assume nessuna responsabilità in merito alle operazioni descritte, né tantomeno in merito ai possibili rischi per le persone causati da operazioni effettuate in condizioni di mancata sicurezza personale.

PER PRIMA COSA OCCORRE STACCARE LA SPINA DELLA CORRENTE.

TOGLIERE IL BRACCIO,CON LA RELATIVA BASETTA, IL PIATTO E IL CONTROPIATTO ED INFINE IL MOBILE

NON TOGLIERE IL PIATTO CON TUTTO IL PERNO , SI RISCHIA DI GRAFFIARLO.

IL TEMPO NECESSARIO PER LE OPERAZIONI NEL SEGUITO DESCRITTE DIPENDE DALLA MANUALITA' DELL'OPERATORE. PER UNA PERSONA MEDIAMENTE ESPERTA IL TEMPO SI AGGIRA INTORNO ALLE 3 ORE.

1. La manutenzione del perno

Smontare innanzitutto le tre viti di fermo in corrispondenza alla sede del perno (1) e togliere il piattello di fondo premendo delicatamente il perno del giradischi verso il basso del giradischi. Tolto il piattello inferiore si procede quindi al lavaggio della sede del perno, utilizzando un prodotto lubrificante/degrippante tipo SVITOL.

Si costruisce poi un grosso tampone, utilizzando dell'ovatta di qualità (che non perda le fibre) e degli spedini in legno da cucina e si pulisce a fondo la sede del perno. Con la mia pasta (la trovate in vendita su eBay) procedete quindi alla lucidatura del solo perno, facendo attenzione a non depositare la pasta nella parte inferiore del perno dove è presente la sfera. Riposizionate (o sostituite con elemento in teflon) la pasticca . Non riposizionate in questa fase né il perno né l'olio, che verranno riposizionati alla fine del ciclo di manutenzione.

2. La pulizia del motore

Passiamo ora alla manutenzione del motore (3).

Occorre innanzitutto smontare la puleggia superiore in alluminio (5), quella, per intenderci, fissata all'alberino del motore e che muove la cinghia. Per smontarla bisogna allentare la vite, o le viti, laterali presenti. Si tira quindi verso l'alto la puleggia metallica utilizzando solo le mani. Non utilizzare assolutamente utensili per far leva. Se la puleggia dovesse opporre resistenza, controllare che le viti laterali siano svitate correttamente. A questo punto occorre dare dei piccoli colpetti, con un pezzetto di legno, verso il basso, lungo l'asse del motore. Non dare colpi lateralmente per evitare di inclinare l'asse del motore. Togliere quindi la puleggia metallica.

Si procede quindi svitando le viti che tengono fissata la basetta dei contatti (2) posizionata a fianco del motore; in questo modo la basetta dei contatti sarà libera dal telaio. Questo permette di sganciare il motore senza dover dissaldare tutti i fili!!!

Abbassiamo quindi il giradischi in piano e togliamo i fermi del motore (sono i tre anelli in corrispondenza delle sospensioni in gomma) mentre con l'altra mano sosteniamo il motore, che, altrimenti, cadrebbe. Ora il motore è libero; si può quindi alzare il giradischi come nella foto. Occorre procurarsi degli spessori da posizionare sotto le barre filettate; esse sono in grado di sostenere tranquillamente il peso del giradischi senza flettersi. Posizionare il giradischi in verticale e in modo che il lato sinistro poggi sul tavolo.

Procurarsi inoltre un pezzo spesso di gomma piuma.

Procurarsi una chiave inglese di giusta misura per svitare i dadi di serraggio del motore. Non cercate di svitare le viti con il cacciavite; sono serrate fortemente e l’unico risultato sarebbe quello di rovinare le sedi delle viti. Una volta svitate le viti, ricomporre le viti smontate, rammentando la posizione delle rondelle e dei perni lunghi.

Aprire il motore e sfilare la parte di sotto del motore facendo attenzione affinché il rotore vi segua nella discesa questo è quello che vedrete un volta smontato il motore.

ATTENZIONE!!! APRITE LENTAMENTE IL MOTORE!!! A VOLTE PUO’ CAPITARE CHE LE GUAINE DEGLI AVVOLGIMENTI SUPERIORI E INFERIORI SIANO INCOLLATE. UNA APERTURA LENTA PERMETTE LORO DI SCOLLARSI DAI COPERCHI SUPERIORI ED INFERIORI SENZA PROBLEMI.

Nelle due foto sopra riportate sono visibili due motori con grado di usura differente; quello a sinistra presenta una condizione critica, mentre quello a destra è un motore perfetto, come nuovo (notare come sono ben visibili i fili degli avvolgimenti).

CONOSCIAMO IL MOTORE

IL MOTORE È COSTITUITO DA 4 PARTI FONDAMENTALI:

IL COPERCHIO INFERIORE, IL ROTORE, IL PACCO AVVOLGIMENTI, IL COPERCHIO SUPERIORE.

Occorre ora sfilare il rotore molto lentamente, facendo attenzione a non perdere la SFERA posta al di sotto di esso; è di dimensioni piccolissime!!! Se non fosse visibile, non disperatevi subito! A volte capita che rimanga incastrata all'interno della sede; se così fosse si procede riempiendo la sede di SVITOL, battendo leggermente su un panno il coperchio verso il basso. In questo modo la sfera cadrà nel panno.

Se ancora non dovesse liberarsi utilizzare un cacciavite piccolo con la testa calamitata e cercare di estrarla.

Non mi è mai capitato di trovare un motore senza sfera sotto. Se invece la sfera si trova nella sua sede sul rotore lasciarla dove si trova, senza toglierla, e posizionare il rotore in un punto sicuro, in modo che non prenda colpi .

Chiudere quindi la sede della bronzina con dell’ovatta.

PULIZIA BRONZINA INFERIORE

Lavare quindi la parte inferiore del motore con un pennello morbido e del lubrificante/degrippante (il solito SVITOL). Non importa se si bagna la bronzina, l'importante è non sporcare l'interno della bronzina.

Volendo si può usare un piccolo contenitore e lavare con il degrippante la parte smontata.

Utilizzare ora dei cotton fioc tradizionali e con la pasta lucidante procedere alla pulizia della sede della bronzina. Basta poco prodotto, senza esagerare in quanto la pasta lucidante ha una leggerissima azione abrasiva. Osservare con una piccola lampadina che la bronzina sia ben pulita. Non usare nessun tipo di carta abrasiva.

Se durante tale intervento la bronzina si muove, non ha importanza, in quanto è dotata di snodo ed è autocentrante.

Se sono presenti delle macchie non cercare di asportarle con nessun tipo di utensile.

Prendete ora un panno di cotone pulito e poggiate il pezzo al di sopra di esso, riempite la bronzina a tutta altezza con lo SVITOL e lasciare agire il prodotto per almeno 10 minuti; pian piano il livello tenderà a scendere ed il liquido percolerà sul panno di cotone; riempite nuovamente la bronzina e con l'uso di aria compressa (massimo 2-3 atmosfere) cercate di spingere il liquido nella sede della bronzina. (io utilizzo un pistola con becco in plastica per non rovinare la bronzina), in modo da far uscire tutta la morchia da sotto e dai lati della bronzina.

Notate nella foto la presenza di olio solidificato a mò di grasso e la piccola pasticca in plastica che non può essere sostituita se non levando i rivetti .(operazione fortemente sconsigliata!!!). E' visibile anche uno dei due feltrini.

Ripetete più volte l'operazione; se compiuta correttamente il liquido in ingresso ed in uscita tenderanno a mostrare la medesima colorazione. Terminata l'operazione spruzzate ancora aria fino a quando non uscirà più liquido. La bronzina deve essere completamente asciutta e pulita e, in particolare, i feltrini interni devono asciugarsi.

Poggiare il gruppo inferiore sul panno in orizzontale. Prendere l'olio motore e, usando un cotton fioc intriso di olio, far cadere alcune gocce nella bronzina, fino a riempire mezzo spessore della bronzina stessa. Dopo un paio di minuti il livello scenderà, a significare che i feltrini stanno riassorbendo il nuovo olio. Ripetere l'operazione fino a quando il livello si stabilizza a metà spessore. Non procedete oltre.

Mettere quindi da parte il pezzo e procedete alla pulitura della bronzina superiore.

PULIZIA BRONZINA SUPERIORE

La pulizia della bronzina superiore non è semplice; occorre alzare il coperchio superiore, facendo scorrere i i fili del motore attraverso il foro del coperchio

Pulire anch'essa con il cotton fioc e lucidarla.

Spruzzare del degrippante tra la bronzina e il metallo intorno, agendo dall’interno della sede della bronzina, e asciugare con aria compressa. Una volta asciutta la bronzina superiore vanno inserite un paio di gocce d'olio motore. Controllare che siano state ben assorbite, poiché un eccesso di olio in fase di utilizzo del giradischi (ovvero a motore caldo) potrebbe cadrebbe sul rotore, provocando danni.

PULIZIA DEL ROTORE

Prendete ora il rotore con un cacciavite calamitato e togliete la sfera; lucidate solo i due perni del rotore.

Se la parte centrale presentasse della ruggine, toglierla spazzolandola con una spazzolina di media durezza, con cura e senza lucidarla; spesso è presente una striscia nera: non rimuovetela!!!. Pulire bene i due lati del rotore con la pasta lucidante, ripulire bene con un panno, con particolare cura nei riguardi della sede della sfera (utilizzando un cotton fioc).

Procurarsi quindi del grasso mediamente viscoso. Non importa di che tipo sia, in quanto ha solo funzione di collante; deve, in parole povere, ancorare la sferetta alla sede del rotore. Ne serve una minima quantità, da applicarsi sull'incavo. Posizionare infine la sferetta .

Se l'operazione vi pare rischiosa potete anche evitare di togliere la sferetta, lucidando semplicemente il rotore.

Se il procedimento è stato correttamente sin qui eseguito, vi troverete con mezza bronzina piena d'olio nel coperchio inferiore del motore; se il livello fosse sceso rabboccarlo fino a raggiungere il livello di metà bronzina e non oltre.

Riposizionata la sferetta sul rotore occorre ora reinfilare MOLTO LENTAMENTE il rotore nella bronzina per evitare che vada perso l'olio. Occorre dare il tempo all'aria di uscire.

Se nell'infilare il rotore dovesse fuoriuscire dell'olio nella parte interna del contenitore del motore, vuol dire che ne avete messo troppo. Sfilate quindi nuovamente il rotore, pulite l'interno del motore e togliete l'eccesso d'olio; ripetete infine l’operazione. Per asportare olio in eccesso è perfetto un cotton fioc asciutto; inserito nella sede della bronzina assorbe l’olio in eccesso. E' normale, invece, che fuoriesca dell'olio da sotto il coperchio del motore nella fase iniziale dell'operazione di riposizionamento del rotore.

Non vi preoccupate se la bronzina di sotto si muove mentre reinfilate il rotore.

Ora il motore è pronto!!!

Richiudete il motore infilando il rotore nel coperchio superiore; è importante che in questa fase il gruppo motore inferiore e il rotore rimangano a contatto, per evitare che la sferetta possa uscire dalla propria sede.

Riposizionate le viti e i perni superiori, avvitandoli a mano.

Rimontare la piastra superiore facendo attenzione che l'intaglio corrisponda alla posizione dei cavi in uscita.

La piastra va montata in sequenza appena dopo aver posizionato le viti, in quanto, se rimontata con le viti serrate, sarebbe difficile da posizionare correttamente. Stringere infine le viti, ma non definitivamente.

Le bronzine, come detto, sono autocentranti; prendere quindi l'estremità del rotore e muovere l'asse leggermente a destra e sinistra (non va tirato verso l'alto), per far assestare le bronzine.

Serrare definitivamente, senza esagerare, per evitare di spanare le viti.

FAR RUOTARE A MANO IL MOTORE , PER CONTROLLARE CHE GIRI PERFETTAMENTE.

Se tutte le operazioni sono state eseguite correttamente, il motore deve avere una rotazione perfetta. Rimontare ora il motore nella sua sede, rimontare la basetta dei contatti completa di coperchio.

IMPORTANTE!!! Controllare che i vari fili non si tocchino tra loro.Potreste infatti, durante la pulizia del motore, aver inavvertitamente intrecciato qualche cavo.

Riposizionato il motore, porre il giradischi in orizzontale

3. La pulizia del sistema puleggia-satellite

Smontate la puleggia agendo sul dispositivo metallico posto sopra di essa. Si tratta di due piccole viti, che vanno entrambe allentate. per il 124/I; per il 124/II bisogna invece svitare la vite evidenziata sulla staffa.

Una volta tolta la rondella e la puleggia occorre pulire con la pasta lucidante il perno nel quale si trova infilata la puleggia. Pulire con il solito cotton fioc e una punta di lucidante l’interno della bronzina della puleggia.

L'operazione va effettuata con delicatezza in quanto la pasta a un leggero potere abrasivo.

Smontate ora il satellite in alluminio, allentando prima la vite 7; il satellite può ora essere sfilato. Pulite quindi la sede del satellite con la pasta lucidante e il cotton fioc.

Lavate poi la sede con spray degrippante ed asciugate bene la sede con aria compressa e cotton fioc. Pulite infine il perno del satellite con la pasta lucidante, SENZA ASPORTARE LA PARTE NERA CHE SI VEDE ALL’INTERNO DEL SATELLITE!!! NON SI TRATTA SI SPORCIZIA, MA DI UNA BANDA MAGNETICA!!!

Mettete ora alcune gocce di olio nella sede del satellite e fatelo scendere leggermente. Rimontate quindi la puleggia. Nel modello 124/I, durante la fase di rimontaggio, interponete tra il dispositivo metallico e la puleggia un cartoncino da 120 grammi/m2; questo serve a distanziare il dispositivo metallico dalla puleggia, che altrimenti potrebbe ruotare frenata. Ovviamente va tolto a fine montaggio. Rimettere in posizione la linguetta metallica 7.

Terminata la pulizia del motore, del satellite e della puleggia rimettere in sede la cinghia, collegate il giradischi e verificate che tutto sia a posto. In particolare, controllare attentamente, come già detto, che i fili di alimentazione del motore che non si tocchino tra loro.

Accendete il giradischi, verificate che tutto sia a posto, spegnete e scollegate nuovamente la corrente.

Rimettete ora l’olio nel perno del giradischi: ne serve una quantità pari ad un cucchiaino da caffè abbondante. Non esagerare in quanto troppo olio è inutile.

Alzate nuovamente il giradischi e ruotate il pomello della velocità fine posto sopra al centro dell’accensione, fino a quando la piastra metallica posta sotto si trovi in posizione mediana (il nottolino 8 deve trovarsi in corrispondenza al pallino rosso).

Questa è la posizione centrale di controllo della velocità. Rimettete ora in orizzontale il giradischi e montate il piatto principale, senza posizionare le viti che lo fissano al perno.. Accendete il giradischi nella posizione 33 giri. Se avete eseguito correttamente quanto scritto il giradischi dovrebbe presentare un regime di rotazione superiore, a volte anche di molto; tutto dipende da quanto sporco era il motore.

Non cercate di regolare la velocità agendo sulla regolazione fine. Se la velocità è aumentata, smontate nuovamente il piatto e avvicinate il magnete (9) al satellite, per ridurre la velocità di rotazione. Fate una serie di prove fino a quando il giradischi assuma una velocità prossima al valore corretto. Solo a quel punto agite sulla regolazione fine della velocità.

Ora il giradischi è pronto; fatelo funzionare per almeno 1 ora e pulite quindi, senza alzarlo, la parte inferiore del motore. E’ normale che nei primi giorni di utilizzo vi sia un leggero trasudo di olio. A motore caldo evitate di trasportare il giradischi. Questa regola è valida sempre.

In ultimo vi consiglio di pulire i contatti di accensione, solo per il modello 124/I e di sostituire il condensatore d’accensione del motore, pulendo infine la lampadina, facendo attenzione a non romperla, e lo specchio dello stroboscopio.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Tutto quello che avete letto nasce dalla mia esperienza personale. Ho revisionato decine di Thorens 124 ed ho acquisito una discreta abilità.

Se non vi sentite in grado anche minimamente di effettuare le operazioni descritte, NON LO FATE!!!

Non mi assumo nessuna responsabilità per danni causati alle apparecchiature ed alle persone.

Se ritenete di aver bisogno del mio aiuto, posso effettuare la revisione per conto vostro, altrimenti rivolgetevi ad un centro autorizzato di riparazione che conosca nello specifico il giradischi. Non si tratta di un moderno giradischi dove regna l’elettronica, ma di un oggetto dove il 90 % del lavoro è meccanica pura.

Piu’ che un esperto di elettronica serve un esperto in meccanica.

Per chi si accinge a eseguire in proprio la manutenzione, serve quindi esperienza, abilità manuale, capacità di ricostruire le eventuali parti mancanti. Ogni apparecchio ha una sua storia e una sua problematica specifica

Problematiche come la rottura di un filo del motore mentre lo si revisiona, il commutatore velocità che non va, la sostituzione di una bronzina del motore, una molla rotta sono piuttosto complesse da risolvere, ma frequenti da riscontrare.

Quello che vi ho descritto in queste poche regole è il livello minimo di manutenzione al quale va sottoposto il Thorens 124 affinché possa regalarvi moltissime ore di buona musica.

Altre cose potrebbero essere fatte, ma preferisco fermarmi quì per non rendere troppo complesso il lavoro.

Abitualmente, prima della revisione di un motore, procedo al controllo della temperatura di esercizio nell’arco di 3 ore con una sonda termica. Dopo la revisione sottopongo il motore a test che durano mediamente 6- 8 ore.

Vi consiglio, prima di iniziare il lavoro, di procuravi tutto quello che vi serve per la revisione, oltre alla mia pasta e al mio olio, naturalmente!!!

Se avete domande da farmi in merito alla manutenzione, fatele prima di iniziare il lavoro!!!

Simone Lucchetti

Per contattare Simone per informazioni, scrivere a simoluc@tiscali.it

UN SALUTO A TUTTI...

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